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www.robedamatti.net Aggiornamento 06.02.2009. Se non esistesse il lavoro nero al caporalato verrebbe a mancare quella linfa che gli permette di attecchire e di espandersi a dismisura. Se invece non ci fosse il caporalato probabilmente il lavoro nero assumerebbe dimensioni irrilevanti.
Avendo buoni motivi per pensare che le due vergogne sociali oltre a completarsi a vicenda indicano la chiave di volta per credere con ottimismo che eliminando il lavoro nero automaticamente anche il caporalato cesserebbe di esistere, sarebbe cosa buona e giusta iniziare un serio lavoro di depurazione mirato all’eliminazione del marciume esistente nei cantieri di lavoro pubblici e privati. Qualcuno, come il solito, potrebbe insinuare che l'opera di purificazione si sta già facendo e che da buoni risultati, ma ha solo metà di ragione perchè i controlli fatti nei posti di lavoro fino ad oggi, sono stati organizzati per uccidere quei datori di lavoro resi agonizzanti da Padoa Schioppa, Visco, Bersani e company. Ci auguriamo di cuore che Veltroni ed (il nuovo?) Partito democratico, abbiano la stessa determinazione che hanno avuto nel prendere le distanze da Bertinotti, Pecoraro Scanio e C.) e si guardino bene dal proporci nuovamente personaggi che hanno fatto più male che bene e che continuano a fare il bene male e il male bene, mettendo a rischio la perdita di migliaia di posti di lavoro che si verificherà con la possibile chiusura in massa delle attività produttive di piccole e medie imprese. Se vogliamo quindi salvare capra e cavoli, diciamo chiaramente che per debellare la piaga del lavoro nero basta solo volerlo, senza continuare a prendere in giro i cittadini che sono ormai adulti e che non sono più disposti a perdonare vecchi atteggiamenti babelici. Si cominci quindi col fare controllare seriamente e senza disonesti preavvisi di sopralluoghi da parte di dipendenti delle AUSL, che, a loro volta devono essere controllati con massima severità, quei cantieri dove sono impiegate migliaia di perone reclutate nel mondo dei giochi d'azzardo, e nei bar (spesso usati come covi di clandestini, spacciatori di droga, magnacci e commercianti di forza lavoro). Inventare spettacolari blitz nei cantieri delle imprese con due o tre dipendenti e nello stesso tempo programmare visite di cortesia in aziende con decine o centinaia d’operai, è un’abitudine infame che tantissimi ispettori del lavoro senza scrupoli, pur sapendo che c’è in gioco la vita dei lavoratori, preferiscono sistemare le cose intascando mazzette a destra e a manca. Questa disonesta realtà, ci conferma che per risolvere il problema del lavoro nero e soprattutto quello dei morti sul posto di lavoro, ci vogliono persone con le palle quadrate che non guardano in faccia nessuno, come i CARABINIERI e i VIGILI URBANI! Già, ma i carabinieri sono ancora motivati a svolgere certe mansioni? Io personalmente dico si perchè so che per nostra fortuna la serietà, il senso del dovere e la necessaria determinazione che distinguono l’Arma, sono un'indiscussa garanzia per tutti noi cittadini, ma aggiungo anche che da qualche tempo a queste parti, purtroppo, sono stati bistrattati da tutti e, mai come ora, hanno bisogno della stessa fiducia concessagli quando con un organico di appena tre o quattro unità riuscivano a controllare egregiamente l'ordine pubblico, la viabilità, l'amministrazione e quanto altro occorreva per gestire un paese di 8.000/10.000 abitanti. A queste condizioni, e senza bisogno di assumere altri ispettori parassiti (semmai occorre aumentare l'organico dei carabinieri e dei vigili urbani), possiamo essere certi che i buoni risultati arriveranno molto presto e ci costerà molto meno della spesa che dobbiamo accollarci per pagare gli stipendi d’ispettori infami e corrotti. I pessimi risultati, la cronaca d’ogni giorno e lo stillicidio dei morti sul lavoro, non lasciano certo dubbi: ALMENO LA META’ DEI 3.100 ISPETTORI IN SERVIZIO, DEVE ESSERE CACCIATA VIA SENZA PIETA’ E I POSTI VACANTI DEVONO ESSERE OCCUPATI DA CARABINIERI E VIGILI URBANI. Il ministro Sacconi pur conoscendo bene questa amara realtà, in dieci mesi di governo non ha fatto nulla né per fermare lo stillicidio dei morti, né per ostacolare il lavoro nero, anzi, da quando è stato nominato ministro, in quattro regioni italiane, Abruzzo, Basilicata, Liguria e Toscana, nel 2008, ci sono stati 29 morti in più rispetto al 2007. Con questi pessimi risultati, penso che anche Sacconi dovrebbe recitare il “mea culpa” e levarsi dai piedi senza perdere altro tempo. enzo cusmà |