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CESENA CITTA’ REQUISITA DAL COMUNE E SABOTATA DALLO STATO MAGGIORE DELLA POLIZIA MUNICIPALE.

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MENTRE UN RAPPRESENTANTE DELL’OPPOSIZIONE, SICURAMENTE AL CORTO DI ARGOMENTI, CHIEDE DI SAPERE DOVE E’ ANDATO A FINIRE UN ELMETTO SPARITO DALLA ROCCA MALATESTIANA 20 ANNI FA E REGOLARMENTE DENUNCIATO A SUO TEMPO, CITTADINI, COMMERCIANTI, LIBERI PROFESSIONISTI E CHIUNQUE HA NECESSITA’ DI SVOLGERE UN’ATTIVITA’ CON L’AUSILIO DELLA PROPRIA AUTO, E’ LETTERALMENTE BRACCATO DAI SOLITI VIGILI URBANI CHE, COME SAPPIAMO TUTTI, ORMAI SI SONO IMPOSSESSATI DELLA CITTA’. 

L’amministrazione comunale, il comandante della polizia municipale e 81 vigili urbani si sono divisi i compiti per mettere agli “arresti domiciliari” tutti i cesenati che hanno bisogno di usare la propria auto per recarsi al lavoro, andare dal proprio medico, fare la spesa o in ogni caso fermarsi (non sostare perché è divenuto un lusso) in quegli spazi di una qualsiasi via cittadina che il comune, per suo tornaconto, ha requisito alla collettività per consegnarli al comandante della polizia municipale che, a sua volta, aiutato da Leggi e Regolamenti di comodo, per ricambiare l’omaggio e arrotondare ulteriormente il suo sontuoso stipendio mensile che, stranamente, alla data odierna risulta essere quasi il doppio di quello che percepisce il sindaco Giordano Conti, il triplo di quello di un vigile urbano, sei volte superiore a quello che guadagna un operaio comune e 12 volte la somma che percepisce un pensionato, impartisce ordini perentori di scuoiare qualsiasi cittadino “osi” lasciare, anche per pochi secondi, la propria auto in quelle “riserve auree” ora non più proprietà della collettività. Questo comportamento che mi sembra poter definire di stampo dittatoriale, automaticamente contagia e trasforma anche il vigile urbano meno intelligente in un prepotente che pretende obbedienza da tutti e che non perdona niente a nessuno perché lo scopo da raggiungere è  sempre quello di “multare” i cittadini anche quando non vi sono i presupposti per farlo. In questo modo, e con questa strategia, il 5,2% dei proventi derivanti dalla metà dell’incasso delle contravvenzioni, conosciuto prima col nome di “percentuale sulle multe”, poi “premio di diligenza” e ora “fondo pensioni per il personale di polizia municipale”, non correrà alcun pericolo e andrà a gonfiare il portafoglio di chi per “multare” un’auto in divieto di sosta è stato dotato di manganello e pistola. NON E’ DI QUESTE PERSONE CHE ABBIAMO BISOGNO. Per continuare in bellezza, e perché ogni cittadino sappia tutto quello che deve sapere, pubblico alcune curiosità ricavate dai dati fornitemi dal comune di Cesena, riferiti ai 12 mesi del 2007:          

 Per il solo divieto di sosta, sono state contestate 25.789 “multe” per un totale di 1.835,024 euro, questo significa che: Ogni cesenate d'età compresa fra i 18 e gli 80 anni, ha versato nelle casse del comune 25,14 €, mentre ogni famiglia ne ha versato 46,65 €. La ricompensa per i vigili urbani che ci hanno braccati è stata di 47.710,62 € (il 5,2% sulla metà dell’incasso), mentre ogni singolo vigile ha guadagnato uno stipendio lordo di 23.000,00 € ai quali, però si sono aggiunti indennità di contingenza, scatti d’anzianità, lavoro straordinario, indennità di cassa, mensa, festività, lavoro disagiato, assegni familiari, gratifiche, provvigioni e quanto basta per fare un signore stipendio. Il nostro sindaco ha guadagnato 44.621,00 €, mentre udite e meditate, il comandante della polizia municipale ne ha guadagnati 70.982,00 € ai quali si sono aggiunti altri annessi e connessi. 

Per terminare, se dovessimo applicare una remunerazione per abitante, risulterebbe che per mantenere i vigili urbani e il loro comandante, ogni cittadino cesenate da zero a 120 anni per avere il pessimo servizio che ci offrono, sborsa la cifra di 202,20 € l'anno pari a 16,80 € al mese.

E il sindaco, invece di porre fine alla vergogna che per contestare un divieto di sosta sono impiegati tre vigili, ha il coraggio di informarci che presto ne saranno assunti altri. Vergogna!

                                                                                                                   enzo cusmà